sabato 8 novembre 2008

Le elezioni 2.0

Vedere, partecipare, capire: si riassume così il senso della grande campagna mediatica del neopresidente degli Stati Uniti d'America. Barack Obama conduce la sua campagna su YouTube, contro la logica televisiva dei sound bites, e anche un critico televisivo come Aldo Grasso riconosce il web come il mezzo "più essenziale e immediato", mentre la televisione segna il passo. Obama ha tratto dal Web creatività, soldi e organizzazione. Questa è stata la sua forza. E l'ha fatta rimbalzare sui media tradizionali sotto forma di spot e idee. Una imponente onda energetica che è arrivata fino a pezzetti di territorio considerati da decenni irrecuperabili al Partito Democratico. Lo racconta il caso della contea di Avery County nei Monti Appalachi del North Carolina. L' attivismo è stato generato, organizzato e alimentato grazie ai Social Network.La Rete ha decretato il successo dei tempi lunghi di un discorso come quello di 38 minuti sul razzismo, che più di 5 milioni di persone hanno cliccato. Secondo il Center for Media and Public Affair si è passati dai 42 secondi di media delle dichiarazione delle elezioni presidenziali del '68, ai 9,8 dell'88 fino ai soli 7,2 secondi del 1996. Nel grafico diffuso da TechPresident sul minutaggio totale dei due candidati su YouTube, il predominio di Obama su Mccain è stato schiacciante: Obama conta 14 milioni e passa di ore; McCain solo 488 mila.Un esempio dell'innovazione tecnologica è stata la combinazione di Twitter e dello streaming video: lo staff ha inviato messaggi per avvisare dell’imminente discorso di Obama in diretta sul web. E il servizio ha registrato punte di 3.000 utenti simultanei.La 'generazione Obama'è fatta di ragazzi cresciuti negli anni '90, che hanno passato la loro adolescenza tra Bush, l'11 settembre e la guerra in Iraq. Sono cresciuti con un'informazione catastrofista come quella della Fox, e senza nessuna prospettiva economica. "Eppure questi giovani sono diventati più idealisti e attenti all'informazione di qualità delle generazioni nate fino agli anni Ottanta" spiega Peter Levine, esperto di voto giovanile. Il 66% degli elettori tra i 18 e i 29 anni ha votato per Obama, la loro partecipazione è aumentata del 6%, fino al 55% dell'elettorato giovanile. Un record.

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